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Il compito fondamentale della chiesa è duplice: l’annuncio e il servizio. Entrambi nascono direttamente dal Vangelo il cui primo annuncio è “Dio è vicino” (Mc. 1.15). La conseguenza è immediata: diventare prossimi (Lc 10,37), farci vicini. La nostra difficoltà consiste nel fare di queste due compiti un unico progetto. Molti pensano di dover scegliere l’annuncio o il servizio. La pastorale parrocchiale sa di doverli mettere insieme, di assumerli in una complementarietà dinamica.

Il modello della chiesa missionaria non è la propaganda ma l’inculturazione, cioè la testimonianza cristiana negli ambienti di vita e nella cultura.

Esige una buona capacità d’incontro, senza nascondere l’identità di fede, moltiplicando iniziative, servizi e opportunità di ascolto e di accoglienza verso tutti.

Nella chiesa “in uscita”, persone formate all’accoglienza si mettono al servizio degli altri, con il medesimo spirito di Gesù che non ha altra preoccupazione e occupazione che andare alla ricerca del popolo, destinato a Dio. Si realizza così il compito diaconale dei cristiani per l’incontro delle persone, per contrastare l’indifferenza e la solitudine e realizzare piccole esperienze di umanizzazione. La Chiesa si definisce, infatti, “il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1). Possono incontrarsi credenti e non, praticanti o meno. Frequentandosi si dissolve il sospetto, cade la paura. La Chiesa in uscita dilata e diffonde in ogni parrocchia l’intuizione missionaria che papa Benedetto realizzò nel “Portico dei gentili” e papa Francesco chiama: “Chiesa in uscita”. La fantasia pastorale, guidata dallo Spirito, moltiplica infinite forme d’incontro e di comunione, tutte originali e creative.

Oggi è ovunque diffuso il bisogno di coltivare l’interiorità, di sfuggire alla superficialità, di conoscersi nell’autenticità, per prendere le decisioni giuste in un mondo confuso e disorientato. Sono rari i luoghi e i tempi per riflettere, per formare la coscienza.

Ci vogliono spazi e tempi per prendere le distanze, per fare discernimento. La preghiera va alla profondità umana, apre all’interiorità creatrice, modifica lo sguardo sulla vita. Accoglie i diversi livelli di fede e fa progredire nella conoscenza del vero. Molte persone sono desiderose di incontrare la Parola di Dio e di confrontarsi con la saggezza della tradizione cristiana, anche se non frequentano regolarmente la comunità domenicale.

Sono numerosi oggi, infatti, i nodi esistenziali che le persone avvertono come importanti e urgenti: le responsabilità economiche, l’educazione famigliare, l’armonia di coppia, la solidarietà con i vulnerabili, la crisi della cultura. Urgono luoghi, dove cercare il confronto, dove avviare sperimentazioni, dove praticare il mutuo aiuto.

 

 

Vision e mission

La chiesa può mettere a disposizione degli spazi aperti a tutti, nella più ampia libertà, dove l’identità cristiana si riveli come invito permanente all’apertura universale. Esattamente questo significa, infatti, l’aggettivo “cattolica” che qualifica la fede. Indica una passione per la totalità, una strada per la pienezza. Prospetta una chiesa esperta in umanità, simbolo della gratuità nelle relazioni. Attraverso uno spazio umanamente affabile e cordiale, mediante una regia attenta all’accoglienza e al luogo, si può coltivare l’amicizia e il legame affettivo. Si può così, in qualche modo, inserirsi nella lunga tradizione monastica, secondo la quale ogni ospite è Cristo, e sperimentare modelli di “monachesimo” laico per il terzo millennio.

La cura dell’accoglienza e la pratica della fraternità possono sviluppare il confronto e la ricerca, avviare percorsi di formazione, aprire case di accoglienza. Questi luoghi, offerti e animati dalla parrocchia, possono diventare eco e riflessione su ciò che avviene nel mondo. In parrocchia si possono promuovere incontri, attività, riflessioni, preghiere legate con le questioni che abitano la vita delle persone e le dinamiche sempre difficili e complesse dell’odierna vita familiare. Atelier per genitori, iniziative di cittadinanza attiva, forme alternative di mercato, educazione ecologica e alimentare, formazione all’impresa sociale, sono solo alcune delle infinite opportunità che si aprono. Oltre a essere luoghi di riflessione, queste case di accoglienza possono diventare spazi di solidarietà, dove s’impara a offrire il proprio aiuto e a contare gli uni sugli altri. La missione della chiesa richiede un alto livello di competenze che spesso solo dei laici possono avere, per l’attività professionale che svolgono.

I luoghi di accoglienza e di cura della vulnerabilità possono essere gli avamposti della ricerca di nuovi percorsi di civiltà e di testimonianza di fede. In questo servizio si generano tessuti di relazione fraterna e responsabile, si trasforma la paura in speranza, si assume il senso d’impotenza per superarlo e trasformarlo in energia dinamica, in resilienza. I credenti vi riconoscono il lavoro nascosto dello Spirito Santo.

Chi siamo

Siamo un’impresa sociale ASG (Associazione Solidarietà Giovanile) che svolge un servizio di animazione e di coordinamento delle attività ospitate nella Casa del Pellegrino del Santuario Madonna delle Grazie di Villanova d’Asti.

In particolare curiamo la reception, la cucina, la cura della casa.

Ospitiamo e promuoviamo la Scuola popolare d’impresa, percorsi formativi permanenti per l’economia della speranza.

Collaboriamo a numerosi servizi svolti nella casa, per la diocesi di Asti e per la città di Villanova.

Blog

Nati per morire?

Proveniamo da una cultura che, insistentemente, nella filosofia, nella letteratura e nell’arte, ha ridotto l’umano al rapporto con la morte. Siamo “esseri-per-la-morte” (M. Heidegger), siamo “nati per morire” (S. Freud). L’umano è definito dal morire. Buona parte dell’arte contemporanea insiste sul dissolvimento, irride le “belle forme” (lasciate al marketing). Quest’assoluto della morte è in realtà …

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